Lugocontemporanea 2016

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VIA MARE [dedicato alle musiche migranti]

28 | 29 | 30 Luglio 2016
Centro Storico di Lugo di Romagna

Giunge alla dodicesima edizione Lugocontemporanea, il Festival di Musica in dialogo con altre forme espressive, per la direzione artistica di John De Leo, Franco Ranieri e Monia Mosconi.
Negli anni, durante il festival estivo il centro storico di Lugo di Romagna ha visto avvicendarsi giovani artisti emergenti accanto a quelli già affermati, anche di rilievo internazionale.

Tra gli altri vogliamo brevemente ricordare: il trombettista Cuong Vu, la compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio, il cantante Howie Gelb, il video-scenografo Gianluigi Toccafondo, il video-animatore Simone Massi, il chitarrista e compositore Fred Frith, il performer Giorgio Rossi, lo scrittore Stefano Benni, il compositore fondatore del Movimento Fluxus Philip Corner, il ballerino Guillelm Alonso, il violoncellista e compositore Tristan Honsinger, il compositore Luigi Ceccarelli, il pianista Franco D’Andrea, il trombonista e compositore Giancarlo Schiaffini, l’attore David Riondino, la poetessa Mariangela Gualtieri, il critico cinematografico Enrico Ghezzi, il batterista Hamid Drake, il pittore Nicola Samorì, l’illustratore Lorenzo Mattotti.

Ogni anno l’omonima Associazione Culturale Lugocontemporanea offre agli artisti invitati un tema da rappresentare liberamente; per questa edizione 2016 intende porre l’attenzione sul problema Emigrazione.

Il tema di 12.LUGOCONTEMPORANEA.16 è: “VIA MARE [dedicato alle musiche migranti]”.

Gli spunti che vertono intorno al tema, sono molti e complessi. In un modo o nell’altro suscitano sentimenti spesso contrastanti, in noi al di qua del mare. Come spesso accade quando al problema non vi è una soluzione ”prêt-à-porter”, i nostri governi -già alle prese con una situazione sociale interna deteriorata dalla crisi economica- propongono soluzioni contraddittorie, (generalmente) efficaci più che altro ad alimentare distanze.

Chi scrive non ha certo soluzioni razionali circa le immani tragedie che oramai quotidianamente si consumano sulle coste italiane. Di certo non si accorda con le orrende speculazioni che si fanno sulla pelle di una umanità dolente. Di certo crediamo che un uomo non possa essere lasciato morire. Che ognuno debba ricevere cure e assistenza. Innanzitutto questo, al resto penseremo poi.

Chi scrive intende Lampedusa come un punto qualsiasi del mondo, anzi come un punto esemplare di Italia nel mondo. E più di tante vacue parole, valga la visione del recente Fuocoammare, il bellissimo documentario diretto da Gianfranco Rosi, cui invitiamo tutti a guardare o ricordare.

Siamo tutti sulla stessa barca, non è solo un modo di dire.
In quelle barche che tentano di approdare a Lampedusa ci siamo anche noi, e non in senso letterario. C’è una parte di noi, quella parte che può determinarsi e vivere solo se quella gente vive.

In ogni barca che tenta di attraversare il mare c’è l’intero pianeta, se riusciamo a intenderlo come una unica comunità. Viviamo un’Era in cui le tecnologie hanno rimpicciolito il mondo, da un lato avvicinando umanità lontane, dall’altro amplificando solitudini.

Non pensiamo che gli artisti possano creare effetti risolutivi circa queste problematiche, crediamo però spetti anche loro raccontare questo tempo e sensibilizzare l’opinione pubblica.

Ci pare di constatare che anche l’Arte risenta di quell’individualismo dilagante, nel caos di una società in crisi economica e morale. Che non necessariamente sono figlia una dell’altra. «Era un popolo strano e sfortunato: il benessere li aveva privati di tutto», citando un incipit di Stefano Benni.

Pensiamo che l’Arte sia ancora più inutile se l’espressione intima dell’individuo-artista non si pensa parte della Società. Forse davanti a questa responsabilità vorremmo che reagissero le loro rappresentazioni.

Forse gli artisti coinvolti in questa edizione di Lugocontemporanea ci ricorderanno che l’Arte è meticcia. Cultura dei sincretismi. Tutta la musica del ‘900 è meticcia. Anche quella nell’alveo accademico occidentale ha dovuto tenere conto delle musiche migranti, vedi il blues e i derivati del jazz.

Noi organizzatori di Lugocontemporanea, siamo principalmente musicisti, guardiamo il mondo attraverso il nostro occhio musicale. Gli immigrati, sono musiche, culture, suoni con i quali confrontarci.

[VIA MARE ] 12.Lugocontemporanea.16, per non dimenticare che siamo tutti musiche migranti.